NEL 2021 IL PREZZO DELL’ALLUMINIO É AUMENTATO SUPERANDO $2700/T E SI PREVEDE UN’ULTERIORE CRESCITA
La ripresa economica dopo la pandemia ha avuto un impatto importante sul mercato dei metalli che ha visto un aumento della domanda di alluminio in diversi settori industriali. La ripresa ha portato anche a una crisi energetica che ha incrementato i prezzi di quasi tutte le industrie inclusa quella dei metalli e di conseguenza anche dell’alluminio. Inoltre, la decisione della Cina di limitare le emissioni di carbonio derivanti dalla produzione di alluminio e il colpo di stato militare in Guinea, uno dei principali fornitori di ossido di alluminio della Cina, hanno contribuito a lievitare il prezzo come mai prima d’ora. Dall’altra parte, l’alluminio è uno dei materiali riciclabile infinite volte senza perdere nessuna delle sue proprietà. Cosa succederebbe se più alluminio riciclato tornasse nell’economia e chi è il leader ad oggi del riciclo di questo metallo importante? Vediamolo insieme.
Contribuire al raggiungimento delle emissioni pari a zero entro il 2050 grazie all’alluminio riciclato
Più alluminio viene raccolto, selezionato e reintrodotto nel mercato più si contribuisce ad una riduzione significativa delle emissioni di CO2, rispetto alle emissioni derivanti dalla produzione di alluminio primario.
Secondo l’International Aluminium Institute, riciclare l’alluminio richiede fino al 95% di energia in meno rispetto alla produzione del metallo primario che assorbe circa 14 megawatt all’ora per tonnellata di metallo prodotta. Inoltre, i dati del British Geological Survey affermano che tra tutti i metalli estratti nel 2019 l’alluminio è arrivato secondo al ferro con 62,9 milioni di tonnellate di metalli estratti quell’anno. Infine, l’alluminio primario ha le più alte emissioni per dollaro di qualsiasi altro metallo: 10,2 kg C02e/$ contro l’acciaio a 5,3 kg e lo zinco a 1,9 kg. Si può immaginare lo spreco di energia e risorse naturali per produrre questo metallo e generare così ulteriore inquinamento, poiché il processo di produzione è altrettanto complesso. La Bauxite, roccia che rappresenta la principale fonte per la produzione, viene estratta, lavata e macinata. Infine, l’alluminio viene estratto dalla bauxite o raffinato e trasformato in vari prodotti.
D’altra parte, non dimentichiamo che molto dell’alluminio utilizzato finisce direttamente in discarica ogni anno e sono necessari centinaia di anni affinché l’alluminio si decomponga, quindi, una volta arrivato in discarica, è un materiale altamente inquinante. Ecco una prima ragione del perché si dovrebbe riciclare più alluminio.
Più alluminio, meno plastica
In primo luogo, vediamo alcuni dati scientifici relativi all’alluminio e alla plastica. Science Advances nel 2017 afferma che a partire dal 2015 solo il 9% dei rifiuti di plastica su 6300 Mt generati è stato riciclato, mentre il 12% è stato incenerito e il 79% è stato accumulato in discariche o ambienti naturali. D’altra parte, l’Istituto Internazionale di Alluminio afferma che il 75% dell’alluminio complessivamente prodotto è ancora in uso oggi. Di conseguenza la transizione dalla plastica all’alluminio è un buon affare sia per i consumatori che per le aziende ed infine per il pianeta.
In secondo luogo, negli ultimi anni alcuni dei più grandi attori nell’industria delle bevande e del settore tech stanno utilizzando sempre più materiali riciclati nei loro imballaggi, tra cui l’alluminio (sappiamo che quasi il 70% delle lattine di alluminio è riciclato – International Aluminium Institute). Apple, per esempio, ha presentato un piano per rendere ogni prodotto carbon neutral entro il 2030 e l’alluminio riciclato è parte del progetto. Inoltre, alcuni dei loro dispositivi utilizza già il 100% di alluminio riciclato negli involucri. Ancora più interessante è però la collaborazione tra il gigante tech e i fornitori di alluminio per commercializzare una tecnologia che elimini le emissioni dirette di gas serra derivanti dal processo di fusione tradizionale dell’alluminio.
Sembra quindi che ci sia uno spostamento verso un utilizzo maggiore dell’alluminio riciclato in tutte le industrie, ma resta da vedere quante di queste aziende riusciranno a farlo, a quale percentuale della loro intera produzione e a quale costo.
Chi è il leader del mercato nel riciclaggio dell’alluminio oggi?
L’Europa ha il più alto tasso di efficienza di riciclaggio (RER) al mondo. Il tasso, definito dall’Istituto Internazionale di Alluminio, stima la quantità di alluminio riciclato prodotto annualmente da nuovi e vecchi rottami. Oggi l’Europa ricicla l’81% dei rottami di alluminio disponibili.
In questo contesto, l’Italia è tra i paesi leader del mercato con un riciclo del 68,7% nel 2020 degli imballaggi prodotti – dati confermati da CIAL (Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Alluminio).
È possibile riciclare più alluminio?
Si dovrebbe produrre meno metallo primario e intercettare l’alluminio già utilizzato prima che arrivi in discarica per poterlo così riciclare, sia per proteggere l’ambiente, sia perché costa meno riciclare l’alluminio piuttosto che produrlo. I tassi di riciclaggio potrebbero essere più elevati e portare più valore nelle economie mondiali solo se i consumatori smaltiscono correttamente i rifiuti di alluminio, se la raccolta e la separazione dell’alluminio migliorano, se i governi e le aziende produttrici sono più consapevoli del fatto che l’alluminio riciclato è una risorsa preziosa per mitigare i cambiamenti climatici e se si investe di più negli impianti di riciclaggio.
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