RAGGIUNGERE L’ECONOMIA CIRCOLARE IN EUROPA ENTRO IL 2050: É CONCRETAMENTE REALIZZABILE?

L’Unione Europea (UE) vorrebbe raggiungere l’obiettivo dell’economia circolare in meno di 30 anni e per raggiungere tale traguardo ha progettato un piano per recuperare, riutilizzare e riciclare più risorse possibili, inclusi i rifiuti. Il piano di gestione dei rifiuti è completo e comprende diverse azioni: riduzione e prevenzione dei rifiuti, riciclo e recupero, riduzione delle discariche, responsabilità estesa del produttore, innovazione e ricerca di nuove tecnologie.

Gli obiettivi e le scadenze generali sono rivolti a tutti i paesi dell’UE e prevedono per i rifiuti urbani scadenze specifiche, come raggiungere il tasso di riciclo del 50% entro il 2025, il 60% entro il 2030 e il 65% entro il 2035, e la limitazione delle discariche attraverso la riduzione dei rifiuti depositati in discarica al 10% entro il 2030.

I paesi dell’UE stanno attuando misure allineate agli obiettivi prefissati dalla Commissione Europea per la gestione dei loro rifiuti, infatti in alcuni paesi i risultati sono già molto evidenti come vedremo nei prossimi paragrafi, mentre altri sono ancora ai primi passi in fatto di riciclo.

Rimane un unico quesito: le iniziative dell’UE saranno sufficienti per raggiungere gli obiettivi di riciclo prefissati? Vediamo nel dettaglio alcuni dati.

Gestione efficiente dei rifiuti in Europa: come sta andando?

Gli ultimi dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente rivelano che l’Europa ha raggiunto un tasso complessivo di riciclo pari al 46% nel 2020. Nonostante la crescita del riciclo negli ultimi anni, l’UE è in grado di recuperare solo la metà dei rifiuti prodotti. Gli imballaggi sono stati l’unica eccezione, in quanto sono stati riciclati il 64% degli imballaggi utilizzati. Nonostante il tasso complessivo di riciclo europeo sia ancora basso, è in lenta ma costante crescita grazie anche ad alcuni paesi come Germania, Austria e Slovenia che contribuiscono al mondo del riciclo con un tasso di recupero rifiuti pari al 60%.

Le direttive dell’UE hanno previsto un piano dedicato alle discariche, per le quali è stata promossa la termovalorizzazione così da eliminare gradualmente sia i rifiuti che la presenza di discariche sul territorio. Inoltre, ai paesi dell’Unione è stato richiesto di ridurre la quantità di rifiuti biodegradabili inviati in discarica entro il 2035, una misura per ridurre il riscaldamento climatico provocato dalle emissioni di metano che i materiali biodegradabili provocano.

Un’altra misura adottata nell’UE che sembra avere un impatto positivo è il Regime di Responsabilità Estesa del Produttore. Il quale tenta di rendere i produttori più responsabili nei confronti dei rifiuti generati dai processi produttivi, inoltre incentiva la produzione di prodotti ecologici più facili da riciclare e riutilizzare. Molti paesi europei, tra cui Francia e Germania, hanno implementato politiche riguardanti la Responsabilità Estesa del Produttore riguardanti gli imballaggi dei prodotti. Queste politiche hanno avuto successo nel promuovere il riciclo e ridurre la quantità di rifiuti inviati alle discariche.

Quali sono i migliori paesi dal punto di vista del riciclo in Europa? Chi ricicla di più in Europa?

La Germania è ben nota per il suo impegno nei confronti di pratiche sostenibili di gestione dei rifiuti. Infatti, nel 2020 era in prima posizione in fatto di riciclo rifiuti con un tasso che raggiungeva il 67%. Qual è la strategia adottata dalla Germania che le permette di essere tra i migliori paesi in Europa e al mondo dal punto di vista del riciclo?

La tattica prevede un pacchetto di misure per comuni, industria e cittadini e include interventi nei confronti della raccolta differenziata, sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore e un sistema di rimborso depositi che incentiva ulteriormente il riciclo. Come? Attraverso una manovra che vede come protagoniste le bottiglie sia di plastica che di vetro. Ogni volta che le acquistano, i consumatori versano un “deposito” compreso tra lo 0,08 euro e lo 0,25 euro, quest’ultimo è l’importo massimo previsto per le bottiglie di plastica non riutilizzabili, che viene rimborsato una volta che la bottiglia vuota ritorna al punto vendita. In questo modo il consumatore è incentivato non solo a restituire la bottiglia per ricevere il “deposito” versato, ma anche ad acquistare prodotti più rispettosi dell’ambiente e limitare l’uso della plastica. Incentivo intelligente, vero? Certo, non è una misura facile da implementare, in quanto è necessario costruire l’infrastruttura necessaria a supporto, ma la Germania ha dimostrato che funziona una volta avviata, infatti ha raggiunto un tasso di ritorno delle bottiglie del 98,4% da quando l’ha implementata.

Altri paesi europei hanno implementato lo schema DRS (Deposit Return Scheme) sono Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Norvegia, Svezia e Lituania, e altri lo seguiranno, come la Romania, che incontrano alcune difficoltà nell’attuare l’iniziativa.

Slovenia: uno dei paesi che più ricicla rifiuti in Europa.

Secondo gli ultimi dati disponibili, il tasso di riciclo della Slovenia raggiungeva il 67,1% nel 2019, uno dei più alti in Europa, ma gli obiettivi sono altri: raggiungere un tasso di riciclo pari al 70% entro il 2025. Quale è la strategia messa in atto? Il percorso prevede diverse tappe: dalla raccolta differenziata di carta, vetro e imballaggi nei contenitori stradali fino alla raccolta porta a porta del biodegradabile, alla raccolta differenziata di plastica, rifiuti metallici, vetro e carta, una politica di Responsabilità Estesa del Produttore, un’infrastruttura di gestione dei rifiuti ben progettata e uno schema DRS per bottiglie di vetro e plastica.

Infine, la Slovenia è in prima linea anche in fatto di rifiuti organici, in quanto ne recupera quasi il 70% che provengono in gran parte compostati per poi essere impiegati per scopi agricoli.

Altri paesi dell’UE stanno facendo progressi, ma sono alla continua ricerca di nuove soluzioni per gestire i propri rifiuti

Portogallo, Grecia, Cipro e Romania sono alcuni dei paesi che per molte ragioni – mancanza di impegno da parte dei governi e dei comuni, mancanza di infrastrutture o scarsa sensibilizzazione della popolazione – sono indietro nel raggiungere gli obiettivi di riciclo imposti dall’UE. In alcuni paesi il sistema di gestione dei rifiuti non è ottimizzato, in altri i rifiuti non vengono separati accuratamente alla fonte, e non ci sono politiche per incentivare i cittadini a farlo – quindi il riciclo diventa ancora più complesso – mentre in altri non sono stati implementati soluzioni come il DRS, ovvero sistemi di deposito su cauzione di imballaggi o contenitori.

Tuttavia, in Romania 30 anni fa era attivo un sistema di DRS volto a incentivare le persone a generare un ridotto numero di rifiuti provenienti dal vetro. Era possibile lasciare un contenitore in vetro vuoto al momento dell’acquisto per ricevere uno sconto sul prodotto. 30 anni dopo la Romania è al lavoro per implementare programmi di DRS per materiali come vetro, plastica e metalli e dovrebbero essere attivi già da quest’anno.

Tornando agli obiettivi stabiliti, quando i paesi non rispettano le norme imposte dall’Unione Europea sui rifiuti (in particolare la Waste Framework Directive e la Landfill Directive), la Commissione Europea intraprende azioni legali, come è già accaduto per Romania e Slovacchia in merito alla Ladfill Directive, per non aver rispettato le direttive imposte.

L’Unione europea raggiungerà gli obiettivi di riciclo prefissati?

Sembra che molti paesi dell’UE saranno in grado di raggiungere gli obiettivi a breve termine entro il 2025, infatti alcuni paesi hanno già superato gli obiettivi prefissati. L’Italia è uno di loro per quanto riguarda il riciclo della carta, dei rifiuti organici e dell’alluminio. Altri invece dovranno attuare programmi e adottare misure intensive per raggiungere gli obiettivi poiché con la crescita della popolazione e l’aumento dei consumi il riciclo sarà l’unica soluzione per smaltire un numero di rifiuti sempre più importante.

Ecostar è presente in Europa con la tecnologia Dynamic Disc Screening e le soluzioni di vagliatura mobili e fisse. Le macchine Ecostar lavorano sia negli impianti di riciclo trattando RSU stantii e freschi, sia direttamente in discarica per recuperare la parte più pregiata dei rifiuti.

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